Intervista alla prof. Rossana Loddo
Il FestivalScienza è un’occasione per conoscere la scienza in modo semplice e accattivante.
Sei giorni di appuntamenti all’EXMA con la fisica, la chimica, le scienze naturali e la matematica, raccontate con un linguaggio semplice e interattivo capace di coinvolgere grandi e piccoli, scuole e famiglie, ricercatori e semplici cittadini.
Senza scienza non vi può essere né cultura, né futuro, né progresso.
Ed è proprio per questo che anche la scienza ha bisogno di essere insegnata e trasmessa a tutti.
E’ necessario dunque promuovere la cultura scientifica e tecnica sin dai banchi di scuola, definendone le regole etiche.
Proprio in questo, ha contribuito, come ogni anno il nostro Liceo, partecipando al Festival con diversi ragazzi e professori che si sono impegnati duramente, studiando argomenti riguardanti tutte le materie scientifiche e organizzando simpatici esperimenti.
Tra i numerosi partecipanti è stata presente anche la docente Rossana Loddo che si è occupata della preparazione dei ragazzi al Festival nell’ambito della chimica.
Dopo una serie di lezioni i giovani studenti sono stati in grado di trasmettere il sapere appreso ad altri coetanei e non, diventando anche loro in quei giorni di Festival dei veri e propri “professori”.
Ho voluto fare alla docente Rossana Loddo alcune domande, per comprendere meglio non solo l’evento del Festival in sé ma ciò che esso racchiude, ciò che insegna e trasmette.
Reputa un avvenimento importante il FestivalScienza? Pensa sia un evento educativo per i ragazzi che vi partecipano?
Il FestivalScienza rappresenta un evento molto importante per la realtà culturale della Sardegna. Col tempo è cresciuto e si è fatto strada collocandosi al pari livello di altri eventi analoghi, non solo nazionali. Esso offre un modo di vedere la scienza diverso da quello tradizionale, e la sua diffusione nel territorio regionale rappresenta uno stimolo per tutti i sardi, una sfida a fare sempre di più e meglio.
Per i ragazzi che vi partecipano in qualità di tutor credo che sia un avvenimento altamente qualificante dal punto di vista educativo. Si preparano con scrupolo e si mettono in gioco con tutte le loro capacità per spiegare anche ai più piccoli fenomeni a volte molto complessi, dando così uno scopo immediato al loro studio.
Secondo lei è più istruttivo per i giovani, studiare tra i banchi di scuola, oppure vivere esperienze come quelle del Festival, dove i ragazzi apprendono e cercano di trasmettere le loro conoscenze mettendole in pratica anche tramite esperimenti e giochi?
Non si può prescindere dallo studio tra i banchi di scuola perché questo dà uniformità al sapere e si può fare scienza anche giocando, ovviamente in relazione all’età. Di sicuro la scienza insegnata in modo trasversale ed informale resta più impressa del dogmatismo scolastico che purtroppo ancora si vede in alcune realtà scolastiche italiane.
Ha notato un particolare interesse nei ragazzi intenti a scoprire materie scientifiche come quella della chimica? Pensa che in loro rimarrà un buon ricordo?
Rimane sempre un buon ricordo delle esperienze scolastiche fatte in situazioni non usuali. Qualcuno si appassiona, qualcuno scopre la semplicità anche nella chimica, definita da tutti a priori difficile. È sufficiente un approccio diverso, per capirne la sua semplicità e per appassionarsi.
Per lei il Festivalscienza è unicamente uno specifico giorno dell’anno o tutti i giorni i ragazzi dovrebbero guardare il mondo con gli occhi di uno scienziato? Ovvero utilizzare il metodo scientifico di Galilei non solo quando si tratta di materie scientifiche: osservare un fenomeno, formulare una ipotesi, compiere alcuni esperimenti per cercare infine di convalidare le proprie tesi. Guardando ed ammirando il mondo con una visione scientifica e non fermandosi solo alle poche parole e alla informazioni scritte in un semplice libro scolastico.
Le giornate del Festival sono il culmine di un lavoro che dura tutto l’anno per gli organizzatori, ma anche per gli studenti non si limita a quei pochi giorni. Ci sono dietro studio e ricerca, affinamento delle conoscenze da comunicare.
Dici bene: tutti noi dovremmo guardare il mondo con gli occhi dello scienziato, ripercorrendo le tappe del metodo scientifico che dovrebbe diventare un modo di pensare. Vivere il Festival in maniera intensa, da protagonista, permette di continuare a pensare alla scienza come una realtà familiare e ricercare le stesse emozioni anche nella vita di tutti i giorni.
di Enrica Cossu