Mariano Chelo. Nato a Bosa il 27 Maggio del 1958 abbandona gli studi classici per iniziare la sua carriera artistica diplomandosi al liceo artistico di Cagliari e, successivamente completando gli studi presso l’”Istituto Superiore per le Industrie Artistiche” di Firenze e l’Università degli Studi di Macerata. La sua produzione artistica ha avuto inizio nel 1969, ma come ci ha raccontato in un aneddoto ottenne la sua ispirazione artistica a soli 3 anni, quando si rese conto che con la sua sola immaginazione poteva rendere possibile la creazione di un paesaggio, e questo suo primo paesaggio fu il mare, ricordato ancora oggi tra le sue opere più conosciute e apprezzate. Questo suo atto di creazione è sempre stato visto dal pittore come una magia, tramutare una matita in una bacchetta magica non era più impossibile da quel momento. Si specializza nelle arti pittoriche, ma si considera uno sperimentatore dell’arte, essendo anche musicista e scrittore, riuscendo a vedere una costante di comunicazione che relaziona tutte queste discipline. La sua carriera scultorea lo ha aiutato molto a crescere professionalmente, iniziando con la semplice imitazione del vero, per arrivare alla personalizzazione, trasmettendo la sua essenza nelle opere. Il suo rapporto con Pinuccio Sciola, che lui stesso considera un maestro di vita, verso il quale provava ammirazione e una certa invidia per il suo impegno gli ha fatto capire, però il suo vero legame con la pittura, che ritiene più naturale e addirittura comoda per l’utilizzo dei suoi metodi espressivi.
È attraverso i suoi quadri che infatti riesce a trasmettere l’armonia di tutti i giorni, alla ricerca del perfetto equilibrio tra ordine e caos, come dimostra in particolar modo nei suoi “Alveari”.
La denuncia sociale di certo non può mancare nelle sue opere, come nei “Pinocchi”, dove il noto protagonista collodiano si trova a fare i conti con l’età adulta, essendo da sempre uno spirito libero, oppure nei “Crolli”, dove è presente una forte denuncia verso il sistema, che ora si ritrova a un punto di non ritorno, pur essendo sempre filato tutto liscio.
Anche se si tratta di un artista di fama internazionale, Mariano Chelo ha scelto Cagliari come sua dimora stabile. Cagliari negli anni ’70 dal suo punto di vista era una città in bianco e nero, dominata da burocrazia e inquietudine. Il suo piano di trasferimento a New York venne annullato quando tempo dopo tornò nella nostra città, che ora grazie a un occhio adulto vede con altri colori, una città nella quale grazie anche ai nuovi mezzi di comunicazione, si può fare delle nostre passioni uno scopo di vita.
Pur ammettendo l’importanza dell’arte, ancora oggi lui stesso si chiede se gli artisti trovino un senso nella società, persone che riescono a tramutare gli eventi positivi o negativi che siano, in cibo per la mente, rendendosi autori di un’operazione sociale dall’immensa bellezza. Ciò che rende possibile tutto questo però è l’agire con passione, in un mondo dove si va a perdere ogni giorno di più il senso del dovere.
“L’arte è nata con l’uomo, già nelle caverne ed è cibo per la mente, è necessaria. La voglia di esprimersi ci sarà sempre”.
Mariano Chelo
di Federico Loddo