Ricorre oggi, 11 febbraio, la Giornata Mondiale per le Donne nella Scienza, istituita nel 2015 dalle Nazioni Unite con lo scopo di incoraggiare una partecipazione paritaria e a pieno titolo di donne e ragazze a tutti i livelli nelle discipline STEM. Negli ultimi 15 anni, la comunità globale ha fatto un grande sforzo per ispirare e coinvolgere donne e ragazze nella scienza ma ad oggi meno del 30% dei ricercatori in tutto il mondo sono donne. In Italia solo il 16,5% delle giovani si laurea in facoltà scientifiche, contro il 37% dei maschi, la percentuale è più alta della media europea (16%) e supera anche Francia (15%) e Spagna (13%).
Negli ultimi anni inoltre il trend è in crescita: sono sempre di più le ragazze che scelgono di iscriversi a Matematica e Ingegneria. Nonostante la partecipazione delle ragazze ai corsi Stem sia numericamente inferiore a quella dei colleghi maschi, il rendimento delle studentesse è migliore. E, con qualche sorpresa, viene fuori che nel 2019 Sardegna e Sicilia hanno impiegato più donne delle altre regioni d’Italia nei settori scientifici: il 37% del totale dei lavoratori. Nelle aree Stem solo un professore ordinario su cinque è una donna e tra i rettori sono appena il 7%. Spesso però il mercato del lavoro si discosta da questi dati, infatti a un anno dalla laurea, il tasso di occupazione degli uomini laureati nei corsi Stem (91,8%) è più elevato di quello delle donne (89,3%). Il divario si osserva anche a livello salariale: i laureati Stem dichiarano di percepire in media una retribuzione mensile di circa 1.510 euro, mentre le loro controparti femminili di 1.428 euro.
Per celebrare questa giornata gli alunni/e della classe digitale 1N hanno realizzato un video e un poster
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