Visita grotta e miniera di Santa Barbara

La sinergia della natura con il lavoro dell'uomo hanno garantito una ricchezza sublime, unica al mondo

La sinergia della natura con il lavoro dell’uomo hanno garantito una ricchezza sublime, unica al mondo, che i ragazzi della 5A e 5B hanno potuto ammirare giovedì 21 novembre.

Ad accompagnarli le docenti: Sandra Pala, Michela Relli, Cinzia Siddi e Orietta Sanna.

Il sito, situato all’interno della Miniera di San Giovanni, è raggiungibile attraverso un sistema di gallerie sotterranee accessibili per mezzo di un trenino che, dopo un percorso di 700 metri, conduce a un ascensore che sale lungo un pozzo.

La grande cavità naturale, nascosta nel cuore della montagna, era sconosciuta al mondo scientifico. La grotta è ricca di cristalli tabulari di barite bruno scuro che ne tappezzano le pareti e si apre tra lo strato roccioso di calcare ceroide e la dolomia gialla silicizzata, formazioni del Cambrico inferiore che risalgono a circa 500 milioni di anni fa. Sfruttata in epoca romana e pisana (forse anche in periodo nuragico), è una delle miniere sarde più antiche. L’attività industriale fu intrapresa nel 1867 dalla società inglese Gonnesa Mining Company Ltd che iniziò lo sfruttamento di minerali di Pb/Ag (Galena Argentifera) e Zn (Calamina e Blenda).

Dall’ ingresso, posto sulla sommità di una scala a chiocciola, si apre una maestosa “cattedrale sotterranea”.

La miniera si distingueva anche per i moderni impianti mineralurgici tra i quali una delle prime laverie meccaniche e innovative unità di flottazione. La concorrenza, l’aumento dei costi energetici per l’eduzione delle acque e la diminuzione del tenore del minerale portarono nel 1998 alla chiusura della miniera, ultima dell’iglesiente a cessare l’attività.

La giornata si è conclusa con una passeggiata nel centro storico di Iglesias.


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