Gli alberi nella mia città e nel bosco dietro casa

Un percorso letterario e botanico di educazione all’ambiente e all’affettività, a cura della classe 1B

Il testo che segue è il frutto di un’attività di scrittura collettiva. Partendo dalla scrittura autonoma di una pagina di diario, in classe gli/le studenti, suddivisi in tre gruppi, hanno scritto un articolo per la pubblicazione. Successivamente la classe riunita, scegliendo collettivamente le parti più interessanti dei tre resoconti, ha elaborato questo testo, che è stato corretto e limato con il contributo di tutti.

Venerdì 14 marzo, noi studenti della Classe I B, accompagnati dalle nostre insegnanti di Italiano Nicoletta Piu e di Matematica Anna Fanuli, abbiamo trascorso una giornata dedicata al progetto di Educazione Civica sugli alberi della nostra città, intitolato “Gli alberi nella mia città e nel bosco dietro casa”.

La giornata si è articolata in un percorso di quattro tappe. Nella prima tappa, il Terrapieno, abbiamo ammirato l’albero più alto di Cagliari, un’Araucaria excelsa centenaria, alta 38 metri, che da un giardino privato svetta tra i tetti del quartiere Villanova.

La seconda tappa sono stati i Giardini Pubblici, dove abbiamo osservato, attraverso le transenne che li proteggono, due grandi esemplari di Ficus magnolioides, impressionanti per la forma inusuale dei rami e per le radici maestose.

Proseguendo lungo il viale, una restauratrice, Giuliana Fenu, ci ha spiegato le diverse fasi del restauro delle statue delle Stagioni e degli Elementi, che ignoti vandali hanno decapitato nel 2018.

Abbiamo fatto poi una breve pausa, seduti lungo i bordi della “Fontana dei Dormienti”, che proprio quel giorno era stata riempita d’acqua.

Ci siamo quindi incamminati verso la terza tappa, l’Orto Botanico. Qui abbiamo pranzato nel piazzale Salvatore Cadeddu, di cui abbiamo ascoltato la vita avventurosa e triste seduti intorno alla Vasca Centrale, detta anche delle Ninfee. Dopo pranzo abbiamo esplorato l’Orto, fermandoci ad osservare il Ficus macrophylla columnaris, chiamato anche “ficus strangolatore”, la Vasca del papiro, la Fontana Pampanini, il pozzo “romano” con la noria, la Phytolacca, la cava romana, che ci ha ricordato la foresta pluviale, per gli spettacolari esemplari di felci e di monstera cresciuti rigogliosi grazie a un microclima particolarmente umido.

Infine, seduti sotto un raro esemplare di gelso degli Osagi e un grande gelso nero, abbiamo letto i racconti “Il gelso” e “L’ulivo”, della raccolta “Arboreto salvatico” di Mario Rigoni Stern.

Alle quattro ci siamo diretti verso l’ultima tappa, il Teatro Massimo, dove abbiamo assistito ad uno spettacolo molto particolare, intitolato “Nunc”. Sulla scena, tre strani personaggi mascherati, i Nunc, muti ed affamati, vivono in armonia, con l’unico scopo di soddisfare la fame. L’apparizione di un forno a microonde che produce succulenti popcorn altera l’equilibrio pacifico della piccola comunità. Dopo la morte (forse per indigestione) del più forte, i Nunc sopravvissuti diventano sempre più aggressivi e ostili l’un l’altro, finché lottando provocano l’esplosione del forno a microonde e la distruzione del loro mondo.

Alla fine, gli attori e il regista hanno mostrato al pubblico le maschere che indossavano e hanno risposto alle nostre domande, fornendo chiavi di lettura e significati dello spettacolo a cui noi non avevamo pensato.

Si è conclusa così una giornata speciale in cui, oltre ad aver imparato molto, abbiamo scoperto di essere una classe veramente unita.

La Classe I B


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