Le classi 3I e 3L, accompagnate dai professori Cinzia Canè, Adriana Scano, Mauro Murgia e Marcello Buffa, hanno partecipato a un’uscita didattica di due giorni per un itinerario archeologico- naturalistico alla grotta di Ispinigoli, al museo archeologico di Dorgali e al sito nuragico di Tiscali.
Abbiamo ammirato, attraverso un’emozionante e suggestiva discesa nel sottosuolo, la grotta di Ispinigoli in cui sorge la maestosa colonna calcarea alta 38 metri, la più grande d’Europa e una delle più alte nel mondo. Le grandi gallerie di questa cavità carsica sono caratterizzate da depositi di argilla, enormi colonne e bianche concrezioni. L’esperienza è stata completata dalla visita al museo archeologico di Dorgali, i cui reperti esposti raccontano la storia archeologica del territorio dal Neolitico fino all’età moderna.
Nella seconda giornata siamo partiti da Dorgali in fuoristrada per arrivare fino alla base del monte Tiscali, attraversando la splendida valle di Lanaitto. Durante il tragitto, abbiamo avuto la fortuna di avvistare un muflone, specie tipica della fauna locale.
Abbiamo imboccato quindi il sentiero che si sviluppa lungo il versante ovest della montagna. Il percorso si presenta con una pendenza marcata, soprattutto nella parte iniziale, e si snoda sulla roccia calcarea tra lecci, ginepri e filliree. Abbiamo superato Sa Curtigia, la stretta fessura nella roccia, unico passaggio per il villaggio, poi la cengia di Tiscali, mezzo tunnel roccioso, e infine siamo giunti al sito archeologico, custodito all’interno di una dolina naturale.
Abbiamo ammirato l’insediamento nuragico unico per topografia e architettura, incastonato in un’enorme dolina generatasi da uno sprofondamento del ‘tetto’ del rilievo omonimo. Il sito, forse ultimo baluardo delle genti tardo-nuragiche contro l’avanzata romana, è caso di studio per conoscere le civitates Barbariae che popolavano il centro-est dell’Isola in età repubblicana.
Il monte Tiscali, alto poco più di 500 metri, separa il Supramonte di Oliena da quello di Dorgali. In origine era una grotta carsica, poi la volta crollò e la frana fu ‘colonizzata’ dalla vegetazione.
All’uscita della grotta la vista di un panorama straordinario sulla splendida valle di Doloverre. Nella discesa abbiamo seguito il versante est della montagna e completato il percorso ad anello camminando in mezzo al bosco.
Nel rifugio di Sa Oche ci ha atteso un delizioso spuntino con prodotti tipici, perfetto per concludere la giornata.
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